I CAMPIONATI ITALIANI BARISTI, IL RACCONTO DEI PROTAGONISTI

Monday 24th, February 2014 Scritto da
pulyCAFF a Sigep

L’arena di Gara

Durante la tre giorni dei Campionati Italiani Baristi tutte le attrezzature sono state pulite continuamente dallo staff di Asachimici Pulycaff, Andrea Antonelli, Edoardo Quarta e Ivan Makarenkov si sono mossi con grande discrezione, ripulendo a fondo ogni parte delle macchine dopo ogni prova, affinchè si mostrassero sempre come nuove, ma soprattutto non contenessero lo sporco e i residui di aromi della crema di latte e del caffè di chi aveva precedentemente utilizzato la postazione. Vi proponiamo una parte del comunicato che Asachimici, azienda partner della nostra scuola di caffetteria, ci ha inviato, le parole del campione italiano e di altri concorrenti ai concorsi Scae, che raccontano la propria gara e sottolineano come, senza attrezzature pulite, non ci possa essere un buon espresso.

Giacomo Vannelli

Giacomo Vannelli

“È il giorno dopo la grande vittoria quando, stanco e felicissimo, Giacomo Vannelli raggiunge lo stand di Asachimici. Una visita a un’azienda che considera un partner, che grazie ai suoi prodotti per la pulizia della macchina espresso e del macinacaffè, ogni giorno gli permette di esaltare al meglio le qualità del caffè che tosta direttamente nello storico locale di famiglia: la pasticceria Vannelli di Cortona (Arezzo). Ci racconta la sua gara, gli originali mix di polvere di caffè realizzati con l’innovativo BWS – blend wheel system (sistema di blend a ruota) sviluppato con Andrea Lattuada di 9bar, la gioia della vittoria e la voglia di fare bene, molto bene al mondiale in programma dal 10 al 12 giugno, di nuovo a Rimini.

ettore diana

Ettore Diana

Asachimici è stata vicina a numerosi finalisti delle appassionanti gare che si sono svolte a Rimini. A cominciare da Ettore Diana, un barman di lungo corso, grande appassionato di caffè. Ha al suo attivo un ricco medagliere di vittorie conquistate a colpi di shaker (l’ultimo trofeo è quello di primo classificato, categoria Fancy, all’Iba World Cocktail Championsip nel 2012 a Pechino) ed anche di espresso: ha vinto il campionato italiano “Coffee in Good Spirits” nel 2008 e nel 2010. A Rimini si è classificato terzo nella stessa specialità con il drink Mandela, dedicato a chi si è sempre battuto per l’uguaglianza tra bianchi e neri. E, sopra le gocce di miele poste sul fondo della doppia coppetta Martini, a rappresentare il sole dell’Africa, il drink a strati a visto sovrapporsi componenti chiari e scuri. La sua attività di consulente e formatore è intensa; qual è il rapporto tra il barista e la pulizia delle macchine? gli chiediamo. “Raccolgo le confidenze, i pensieri e le richieste di baristi di tutta Italia e verifico una presa di coscienza nei confronti della pulizia delle apparecchiature. Un tempo mi sentivo dire “tanto la macchina il caffè lo fa lo stesso”, ma ora si cerca sempre più la perfezione, la bontà in tazza e una macchina sporca non può dare risultati eccellenti.

Simone Dessi

Simone Dessi

Conferma la tendenza un altro finalista, Davide Cobelli, che si è classificato quinto nel campionati Baristi. “Quando comincio i corsi, nella testa dei baristi spesso l’idea della pulizia delle macchine non c’è, ma conclusa la lezione, l’hanno bene in mente! – ci dice -. Racconto il caffè, le sue origini, spiego come macinarlo, pressarlo, i parametri per la giusta estrazione, ma se a questo non si aggiunge una manutenzione corretta, si vanifica l’impegno precedente: la qualità è frutto di tanti particolari.

Davide cobelli

Davide Cobelli

Nella sua gara, Davide ha presentato un caffè colombiano con due differenti profili di tostatura, che una volta uniti si bilanciavano e completavano. Ha fatto il parallelo e “trattato” il caffè come un buon vino, da degustare con cura in un calice, “avvinandolo” (bagnandolo con il caffè che ha rilasciato il suo aroma) prima di versare il suo drink. Infine parliamo con Simone Dessì, che si è classificato decimo nella gara baristi. La sua prova si è svolta nel segno della semplicità, attorno alle quattro parole che per lui meglio identificano l’espresso: cultura, tecnica, semplicità e precisione. Qualcosa non ha funzionato in fase di estrazione e il prodotto in tazza è risultato eccessivamente amaro. Non se ne duole: il prossimo anno starà più attento”

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