A Seattle è stato incoronato pochi giorni fa il nuovo campione del mondo baristi. Vediamo quali sono stati gli elementi della sua prestazione che hanno fatto la differenza.
Si sono conclusi pochi giorni fa, a Seattle, costa ovest USA, i campionati mondiali baristi. A prevalere un’Australiano di origini balcaniche, Sasa Sestic, un competitore, visto che aveva rappresentato l’australia non solo nel mondo delle tazzine, ma anche nella pallamano, alle olimpiadi del 2000.
Molti dei nostri lettori sapranno come si svolge una competizione barista (potete comunque trovarlo a questo link) ma forse può essere interessante sapere come si vince, e quindi cosa ha presentato a Seattle Sasa per essere incoronato “miglior barista del mondo”.
Andando a scavare nella sua prestazione emerge che gli elementi di forza, i valori aggiunti della sua prestazione, sono stati due.
Il primo può essere individuato nell’utilizzo del Sudan Rume, una varietà, un ibrido di arabica finora utilizzato più come sorgente di ricerca genetica (questo almeno ciò che appare frugando su internet le poche fonti che ne parlano) che come vera e propria varietà sviluppata a livello commerciale. Il Sudan Rume è originario della regione Boma Altopiano del Sudan meridionale, vicino al confine con l’Etiopia, un coltivatore colombiano, Camilo Merizalde, ne produce alcune centinaia di chili nella sua finca, la Santuario. I siti specializzati dicono che dopo la prestazione di Sasa sentiremo presto parlare del Sudan Rume.
L’altro elemento di rilievo della prestazione di Sestic è stato l’impiego di un caffè processato con una tecnica decisamente innovativa e mutuata dal mondo dell’enologia: la Macerazione carbonica. Chi ha a che fare con il vino probabilmente ha familiarità con questa tecnica, di fatto un processo di vinificazione in rosso ottenuto con acini interi, grazie ad anidride carbonica e senza l’uso di lieviti, fino ad ottenere una fermentazione alcolica intracellulare. È il metodo usato per produrre il Beaujolais di Francia, e, per rimanere nei nostri confini, il vino Novello. E che succede se si applica questa tecnica alle ciliegie del caffè? A quanto pare si vince il World Barista Championship…
A proposito, a Seattle c’era Italia: appena fuori dalla finale il nostro campione nazionale, Giacomo Vannelli, che continua a crescere, e grande sesta in finale la campionessa francese Charlotte Malaval, che è sì transalpina, ma presentava un caffè italianissimo, quello prodotto dall’inarrestabile Francesco Sanapo!
Questa è la prova del Campione Australiano durante il Semifinal Round….
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