
Il mondo del caffè specialty si prepara a un cambiamento significativo: la SCA introduce il Coffee Value Assessment (CVA), un modello innovativo per valutare la qualità del caffè che va ben oltre la mera assegnazione di un punteggio 0-100.
Il CVA propone infatti un approccio olistico al valore del caffè, includendo elementi sensoriali, fisici e intangibili lungo tutta la filiera — dalla piantagione fino alla tazza.
Cos’è il CVA?
Il CVA ridefinisce la “qualità” del caffè in modo più ampio: a fianco degli attributi gustativi, entrano in gioco la qualità dei chicchi verdi, la tracciabilità, le pratiche di sostenibilità e l’impatto sociale del prodotto. Questo sistema mira a dare voce al vero “valore” del caffè, non solo alla sua prestazione sensoriale.
Per un barista, un torrefattore o un operatore della filiera, significa poter leggere il caffè come un prodotto completo, con storia, pratiche e caratteristiche distintive.
Perché serviva questo cambiamento?
L’attuale sistema di cupping-score, per quanto consolidato, presentava limiti: concentrandosi quasi esclusivamente sulla valutazione sensoriale e numerica, faticava a valorizzare aspetti come etica, sostenibilità e rispetto della piantagione. Il nuovo modello CVA risponde a questa necessità, valorizzando il racconto del produttore, la trasparenza della filiera e il contributo sociale-ambientale, oltre al gusto.

Come funziona il CVA?
Il sistema si articola su quattro componenti chiave:
- Valutazione sensoriale: oltre agli attributi organolettici tradizionali, si considerano anche le preferenze esperienziali personali;
- Valutazione fisica: analisi del chicco verde, dei difetti, dell’umidità, della densità;
- Valutazione intangibile: include la narrazione del caffè, le pratiche sostenibili, la tracciabilità e l’impatto socio-ambientale;
- Parametri specifici per Q Grader: criteri tecnici avanzati dedicati a chi opera professionalmente nella valutazione del caffè.
Quali implicazioni per l’industria del caffè?
- Produttori: hanno la possibilità di comunicare meglio il valore autentico del loro prodotto, ottenere un riconoscimento maggiore e (potenzialmente) prezzi più equi.
- Torrefattori: possono selezionare e raccontare i propri caffè con maggiore profondità, offrendo ai clienti una comprensione più ricca del prodotto.
- Baristi e consumatori: diventano più consapevoli della complessità che sta dietro ogni tazza di specialty coffee e possono scegliere con cognizione di causa, valorizzando prodotti che raccontano molto più del solo sapore.
- Mercato: con l’adozione del CVA, si prospetta un’evoluzione verso standard più elevati di trasparenza, equità e sostenibilità lungo tutta la filiera.
Conclusione
Il Coffee Value Assessment rappresenta un nuovo ponte tra produzione e consumo: valorizza ogni fase del percorso del caffè, dalla piantagione alla tazza, rendendo visibile e misurabile anche ciò che prima restava invisibile. Per gli operatori del settore (dai produttori ai baristi) significa adottare un linguaggio comune, ricco e significativo, che riflette la vera qualità e valore del caffè specialty.
In un mercato sempre più competitivo e attento alla sostenibilità, l’adozione di un sistema come il CVA può costituire un autentico cambio di paradigma.









