COME RICONSCERE UN BUON CAPPUCCINO

Friday 26th, January 2024 Scritto da


Benvenuti nell’affascinante mondo dell’assaggio del cappuccino, dove ogni sorso si trasforma in un’esperienza sensoriale unica.

Cappuccino
Cappuccino

Marco Bazzara, esperto Sensory Project Manager e Academy Director presso la rinomata Bazzara Academy, ci guiderà attraverso le intricanti fasi di valutazione di questa deliziosa bevanda. Dal rispetto scrupoloso dei parametri standard alla meticolosa analisi visiva e tattile, ogni aspetto sarà esplorato per svelare i segreti di un cappuccino perfetto. Un viaggio articolato, dove ogni sfumatura sensoriale contribuisce a definire il carattere di questa iconica creazione italiana.

La valutazione del cappuccino viene effettuata attraverso gli organi di senso o, più precisamente, attraverso i sensi della degustazione che sono: la vista, l’olfatto, il gusto e il tatto. Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy, ci spiega le fasi di assaggio di questa deliziosa bevanda.

1. Parametri standard

“Una condizione fondamentale prima di iniziare qualsiasi analisi è accertarsi che i parametri base per la preparazione della ricetta siano stati adempiuti correttamente, in modo tale da poter compiere eventuali confronti e considerazioni sulla sola base delle caratteristiche del prodotto (25 ml di espresso perfetto in 25 secondi, 125 ml di latte montato a crema, tazza bianca da 150 ml, temperatura gradevole, ecc.). In genere – prosegue Marco Bazzara – il cappuccino va testato appena pronto, caldo e senza zucchero, onde evitare di compromettere il suo profilo sensoriale”.

2. Analisi visiva

“La prima verifica riguarda la finezza della tessitura della schiuma e il livello complessivo di attraenza che la ricetta riesce a esprimere. Nel caso del cappuccino tradizionale va controllata la precisione nel realizzare l’anello di espresso a bordo tazza. In quello artistico diventa rilevante il grado di complessità e raffinatezza del decoro”. 

3. Controllo della schiuma

“L’analisi visiva prosegue esaminando la compattezza, la viscosità e la quantità di schiuma presente sulla superficie della tazza utilizzando un cucchiaino. Una buona emulsione non deve permettere di far scorgere la parte liquida del latte nemmeno nel momento in cui il cucchiaino sposta una porzione della schiuma in superficie”.

4. Analisi olfattiva

“L’assaggiatore professionista non inventa nessun profumo. Si limita a descrivere con maggior precisione possibile le lievi informazioni olfattive che la schiuma e il caffè trasmettono e che gli saranno utili poi per ritrovare una corrispondenza naso-palato”. 

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5. Analisi gusto-olfattiva e tattile

“La tazza va sorseggiata più volte per provare se la sensazione, sia tattile, sia gusto-olfattiva è la stessa e per assicurarsi che non si generi una rapida separazione di fase. In una normale degustazione l’ultimo sorso dovrebbe risultare grossomodo equilibrato come il primo (giusta commistione tra schiuma, latte e caffè)”.

6. Valutazione finale

“Arrivati alla fine di un’accurata analisi complessiva, è opportuno soffermarsi a riflettere per qualche istante, in modo tale da riassumere tramite una scheda di valutazione le caratteristiche della bevanda” conclude.

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