KOPI LUWAK – LA BELLEZZA E LA FOLLIA

Monday 01st, June 2015 Scritto da

Un nuovo post del tostatore Fabrizio Rinaldi, che ci racconta la sue esperienze con il Kopi luwak, uno dei caffè più costosi, bizzarri e controversi del mondo.

La "produzione" del luwak...

La “produzione” del luwak…

Dicono che sia il caffè più pregiato al mondo. Di certo, fra i più costosi. E sicuramente il più folle di tutti. Perché spendere 68 €  per un etto di caffè, tra l’altro ingoiato a bocconi da un simpatico animaletto dell’Indonesia che poi lo espelle dalle feci, è un gesto che va contro i principi di una sana mente. E pazienza se c’è stato un film “Non è mai troppo tardi” in cui il protagonista, Jack Nicholson, sia un fervido bevitore di questa bevanda, al punto da ripetere più volte il suo nome durante la storia, consacrando così il Kopi Luwak nell’olimpo stellare dei caffè di qualità. Tutto questo non importa. Il Kopi è una follia. Ed io naturalmente desideravo a tutti i costi di provarlo.
Non ricordo il giorno in cui questa arabica indonesiana è entrata nella mia vita, si è infilata lenta come un morbo, senza che io me ne accorgessi. Avrò scoperto, probabilmente, la sua unicità su un manuale di caffè, o in questo blog, o discutendone in giro, con altri amici appassionati di caffè. Sapevo della sua esistenza, in pratica, ma non lo avevo mai assaggiato. Poi una sera scrivo a Gabriele Cortopassi ( fondatore insieme a Simone Celli di questo blog ) e gli chiedo informazioni a riguardo. Tempo qualche giorno e mi risponde che c’era anche la possibilità di acquistarlo crudo. Ed io, naturalmente, come potevo resistere a tale tentazione ? Acquisto subito ottocento grammi di Kopi Luwak verde che pago quanto un sacco di caffè da sessanta chili ( povero me ). Ricordo il giorno in cui mi arriva il pacco, lo apro e subito un odore di sterco e di selvatico invade le mie radici, nauseabonda conferma delle origini di questo caffè. Lo carico subito nella mia pratica tostacaffè da un chilo e inizio a tostarlo, riprendendo l’evento con una telecamera, per poi condividere il video su Facebook e sul mio canale You Tube (il video lo trovate sotto). Ammetto che ho sudato freddo negli ultimi istanti, assorto com’ero a controllare la tostatura del Kopi e al tempo stesso realizzare il filmato, facendo in pratica il torrefattore, il cameraman e la voce narrante nello stesso momento.
Appena tostato, noto subito la bellezza dei chicchi, omogenei tra loro, color nocciola vivo, puliti e di una perfetta dimensione.

Il luwak, o palm civet, o cat poo...

Il luwak, o palm civet, o cat poo…

Un gran caffè, senza dubbio. Lo giro in un fusto d’acciaio e lo lascio riposare per circa cinque giorni, dove avrà modo di sprigionare quegli oli aromatici che daranno gusto ed aroma al caffè.
Giunto il fatidico momento, all’alba del quinto giorno, sistemo il caffè all’interno della campana di vetro di un macinino on demand, ideale per questo tipo di degustazione, e metto in macchina … ma esce un brodo caldo ! A questo punto, va detto, a parer mio, che è molto difficile trovare la giusta macinatura per il Kopi, deve essere molto fine, ma bisogna stare attenti, perché sbagliando di poco si rischia di rovinare il prodotto.
Finalmente, dopo vari tentativi, riesco a trovare la giusta dose e macinatura. Metto in macchina e … stavolta esce una crema ! Il caffè viene estratto perfettamente, ha un odore pieno di note floreali e caramello, una crema persistente, lo assaggio e ne scopro il corpo pieno e il gusto delicato e aromatico di un’eccellente arabica.
Io tuttavia non posso dire se vale effettivamente il prezzo che costa, in quanto è davvero spropositato per una tazzina di caffè, ma consiglio a tutti di provare questa esperienza, davvero unica. Tra l’altro, nel mio locale ha avuto un grandissimo successo, l’ho venduto in pochi giorni, sempre in grani, a portar via, a diversi clienti appassionati di caffè. L’ho proposto loro quasi di nascosto, come un massone, in quanto avevo un po’ di timore per via del prezzo, ma ciò non ha fatto altro che moltiplicarne il fascino. Così l’ho venduto e ne ho ordinato un altro chilo, anche questo già venduto. E adesso si ricomincia, proponendolo anche alla mescita al banco, in singola tazzina, durante una giornata evento di degustazione, dove spiegherò a ciascun cliente che vorrà assaggiarlo il mondo che si nasconde dietro questa magica bevanda.
Racconterò la sua storia, in pratica, e magari anche la mia, come l’ho appena raccontata in questo articolo, scritto in esclusiva per il blog Ilcaffeespressoitaliano.
Se questo post vi ha fatto venire il luzzo di assaggiare questo leggendario caffè, sappiate che potete trovarlo, sia tostato che verde su questa pagina, inoltre potete sempre contattare Fabrizio a  [email protected]

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