Fabrizio Rinaldi ci porta a scoprire un nuovo paese del Caffè, l’Ecuador. Di nuovo in Centro America, con la voglia di viaggiare e la passione che solo una pianta di caffè ci può trasmettere, e così stiamo esplorando il mondo come i navigatori del 1500 e non crediamo affatto di provare nostalgia per casa!
Oggi sbarchiamo in Ecuador, paese affacciato sull’Oceano Pacifico, al confine con Colombia e Perù. Si estende per 270.000 kmq, con una popolazione di 15 milioni di abitanti. La lingua ufficiale è lo Spagnolo e la moneta il Dollaro USA.
La storia del caffè in Ecuador è relativamente recente, le prime piante furono introdotte nel 1860 nella regione del Manabi. In Ecuador si produce caffè al 65-70% Arabica e al 30-35% Robusta, lavorato a secco e ad umido. Il raccolto avviene da Giugno a Ottobre, le prime esportazioni cominciano a Luglio, per un totale circa di un milione e mezzo di sacchi l’anno. I caffè dell’Ecuador sono conosciuti commercialmente come tali, cioè Ecuador, e sono circa per più di metà arabica ( 60% lavati e 40& naturali ), mentre i robusta sono preparati quasi totalmente per via secca.
Le maggiori zone di produzione sono:
- Manabi- dove viene prodotto circa il 50% dell’arabica ecuadoregna che cresce a bassa altitudine (700mt)
- Loja- viene prodotto il 20% dell’arabica ecuadoregna di buona qualità in un territorio di altura, purtroppo negli ultimi anni si è diffuso un insetto (berry borer) che ha limitato il raccolto
- El Oro – Zona di produzione sudoccidentale, dove viene coltivato il 10% del raccolto
- Zamora Chinchipe – Una delle zone più interessanti per la produzione di arabica di alta qualità con altitudini fino a 1900mt.
- Galapagos– Una piccola parte della produzione Ecuadoregna viene coltivata nell’arcipelago delle Galapagos dove il clima particolarmente favorevole permette al caffè di crescere a basse altitudini come il Galapagos San Cristobal Organic. La Hacienda El Cafetal coltiva caffè dal 1875, da quando Don Manuel Cobos ebbe l’intuizione di importare il caffè dall’Etiopia per iniziare la sua piantagione di 247 ettari; incredibilmente, il caffè oggi è prodotto dalle stesse piante, quelle originali piantate nel 1875!
Tra gli Arabica lavati i migliori sono quelli trattenuti dai crivelli 18/19m, selezionati manualmente ( con una cernita dei difetti molto accurata ), di colore verdastro e che presentano in tazzina una tazza di caffè dolce e corposa. Spesso sono venduti sotto marchi privati o nomi di fantasia, come Supremo e Selecto.
Per quanto riguarda la Robusta, esistono due tipi: Selecto e Standard. In genere il loro crivello non viene specificato, è ammessa una tolleranza del 3% di chicchi neri ( quelli buoni sono invece di colore verdastro-grigiastro) e in tazzina si presenta come un caffè abbastanza corposo, di solito pulito e a volte cioccolatoso. Da tener presente che il Robusta ecuadoriano è molto apprezzato per la fabbricazione di caffè solubile.
Un ottimo caffè, a nostro avviso, è il Caffè Ecuador Loja, prodotto nella regione di Loja, alle pendici dell’altopiano sud delle Ande. La piantagione si trova ad un’altitudine di 1900 mt e le condizioni climatiche sono le migliori per la coltivazione e l’essicazione al sole di questo caffè Arabica. I chicchi di caffè, raccolti a mano, sono accuratamente puliti. Il caffè viene lavorato a secco, riducendo il suo contenuto di umidità all’11-12%. Successivamente viene conservato per almeno 30 giorni ed il pergamino viene rimosso definitivamente solo poco prima del suo confezionato. Questa lavorazione, particolare e lenta, conferisce al caffè un gusto unico e ricercato.
atlante del caffè