Secondo l’ineffabile Wikipedia il vero bicchierino è nato a Torino (qui trovate la nostra guida!) come evoluzione del “Bicerin de Cavour” nel locale che, non per niente, si chiama “Al Bicerin” (in questo post la nostra recensione di questo famoso locale). Il nome Marocchino, come per il cappuccino, sembra derivare dal colore: il marocchino era infatti un tipo di pelle usato per fare fasce da capelli negli anni ’30, e che aveva una colorazione chiara come quella della bevanda.
Per preparare il marocchino i pareri non sono univoci, e sono molte le versioni che troviamo nei bar, ognuna delle quali, a detta del barista, è quella originale.
Al bar Chiaroscuro, riferimento della nostra catena, e durante le nostre giornate di scuola di baristi e tecnica bar, lo prepariamo spolverando un bicchierino in vetro di abbondante cacao in polvere, quindi riempiendolo a metà di schiuma di latte ben montata e cremosa. In questa nuvola di latte prepareremo quindi un espresso.
È la versione filologicamente originale? Non lo so, piace moltissimo.
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