WE LOVE COFFEE – INTERVISTA A DAVIDE COBELLI

Monday 07th, November 2016 Scritto da

 

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Davide Cobelli

Oggi per la rubrica “We love Coffee” a cura di Fabrizio Rinaldi, abbiamo con noi Davide Cobelli. 

L’ho conosciuto tra le pagine del suo blog, dove confesso di aver preso tanta ispirazione e da cui ho stampato gli articoli per me più interessanti, per poi rileggerli con calma davanti ad una buona tazza di caffè. Ci siamo incontrati al Sigep 2016 e ogni tanto lo “ disturbo “ con le richieste più disparate, tra cui, in ultimo, questa intervista, realizzata in esclusiva per il blog Ilcaffespressoitaliano.

Lui è Davide Cobelli, Trainer Ufficiale di Scae per i Moduli Barista e Brewing, Coordinatore Nazionale Scae per il settore Educational. Ha fondato una scuola di formazione, con sede a Verona, la Coffee Training Academy, che ha il compito di diffondere la cultura del buon caffè. Si occupa di consulenza professionale per Aziende nel mondo del caffè ed è Giudice Internazionale Certificato per World Coffee Events, nella categoria World Barista Championship.

Dopo aver letto questo super curriculum, Davide, sono curioso di scoprire quali sono state le tue origini nel mondo del caffè e come il tuo lavoro si è perfezionato negli anni.

Ho iniziato questo percorso circa un decennio fa, anche se il mio background è nell’hospitality da sempre. Un giorno, ricordo che ero dietro al banco del mio Bar e, mi son chiesto come mai qualche cliente ogni tanto mi facesse i complimenti per l’espresso, mentre altre volte non succedeva.
Ho cominciato a studiare per capire come avere complimenti da tutti, la curiosità poi mi ha portato a comprendere che per quanto io mi sforzassi di apprendere, c’era sempre qualcosa che non conoscevo, in questo dopo 10 anni nulla è cambiato, più apprendi e più ti accorgi di non saperne.

Davide Cobelli

Davide Cobelli

Complimenti, davvero una gran carriera! Cosa ne pensi dell’industria del caffè italiano ?

Penso sia una parte fondamentale del processo futuro per la qualità, un potenziale che ad oggi non è ancora “espresso”, spesso a causa di paure e titubanze. Ma spero che in futuro l’Italia del Caffè, con tutte le sue aziende possa riprendere la Leadership che ad oggi non ha più, quella della qualità.

Sei spesso all’estero per il tuo lavoro. Sai indicarci i nomi di alcuni Coffee Shop, fuori dal nostro paese, dove si ha la fortuna di bere un autentico caffè di qualità ?

A mio avviso sono decine e decine, spesso dislocati nelle varie capitali, difficile dare una lista senza tralasciarne alcuni degni di nota. Direi che Londra è tra le mie mete preferite.

Prendiamo un caffè poco conosciuto e particolare, come un Ethiopia Harrar. Qual è secondo te il metodo di estrazione più adatto per valorizzare al meglio le sue complesse note sensoriali ?

Una domanda che non può avere un’unica risposta, come se mi chiedessero con quale piatto si abbina un vino del nord Italia, Veneto ad esempio.
La vastità di piccole zone e microclimi presenti nei paesi come l’Etiopia fanno sì che vi sia una enorme diversità che non permette ad oggi di categorizzare così fermamente ogni caffè proveniente da Harrar, come da qualunque altro posto al mondo. Mi posso certamente permettere di affermare che l’Etiopia è una delle regioni del mondo che io adoro, per i prodotti che ci dona. Queste caratteristiche inoltre sono molto influenzate durante il processo di tostatura, che può esaltare un caffè per una o l’altra estrazione.

A proposito di estrazione in filtro, sai che le sue origini sono per me avvolte nel mistero ? Quale è stato il primo Filter Coffee della storia e come si è evoluto nei decenni ?

In realtà credo che nessuno abbia queste informazioni. Intanto bisognerebbe sapere quando è stato usato il caffè come materia prima unito all’acqua (calda), di conseguenza usato come bevanda, poi quando qualcuno ha deciso di provare a filtrare questo decotto. Credo che una cosa sia certa, questa filtrazione non avvenne nè in filtri d’acciaio, nè in filtri in carta come avviene ai nostri giorni, ma in tessuti, probabilmente pelli o altri tessuti grezzi. 

Davide Cobelli

Davide Cobelli

Tu sei Giudice Internazionale per le competizioni Scae. Cosa consigli ad un appassionato barman che vuole partecipare, ad esempio, ai Campionati Nazionali Baristi ?

Io in primis consiglio a tutti di mettersi in gioco, c’è moltissimo da imparare dal mondo delle competizioni, prima che dagli altri c’è da imparare da se stessi, è incredibile vedere come grazie a queste competizioni il professionista cresce ed impara rapidamente qualcosa che necessita di molto più tempo, questo grazie alla forza di volontà e ad un meccanismo che si crea dentro di ognuno di noi quando ha un obbiettivo e una scadenza.

Un’ultima domanda, prima di salutarci. Anzi, due. Entrando in un bar, secondo te, che percentuale abbiamo di ricevere un caffè estratto in modo professionale ? In caso negativo, basta un corso di formazione, per risolvere il problema ?

In Italia credo meno del 10% ad oggi, ma sono certo che il futuro sia più roseo e di qualità per molti. Grazie alla formazione (non quella una tantum) e ad una reale convinzione che fare il Barista sia un lavoro serio e professionale, un percorso lungo e difficile ma pieno di soddisfazioni.

Grazie Davide, è stato davvero un’intervista interessante. Un saluto da tutto lo staff del caffespressoitaliano!

 

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