Nuova intervista della serie “We Love Coffee” , questa volta il personaggio intervistato dal nostro Fabrizio Rinaldi è Pietro Rastelli, Trainer e protagonista della coffee comunity romana.
Pietro Rastelli è un trainer Aicaf e noi due ci siamo conosciuti grazie ad un caffè filtro. Avevo postato sul gruppo Facebook “ passionecaffè.it “ una foto in cui mostravo la mia prima esperienza con il settore del Brewing, attraverso la foto di un caffè Guatemala da me torrefatto ed estratto in filtro. Pietro ha voluto conoscermi ed è passato nel mio laboratorio di torrefazione, dove ho avuto modo di osservare la sua professionalità per questo tipo di estrazione e ricevere da lui preziosissimi consigli. Da allora siamo rimasti amici e oggi siamo qui, per un’intervista realizzata in esclusiva per il blog Ilcaffespressoitaliano.
Ciao Pietro, grazie per aver accettato questa intervista. Raccontaci come è iniziata la tua avventura nel mondo del caffè e come si è evoluta negli anni.
Ciao Fabrizio e grazie per avermi invitato a Caffespressoitaliano. La mia avventura con il caffè comincia nel 95′. Durante il servizio militare facevo il barista nel reparto gare appalto esercito a Roma e gestivo il bar per conto di un maresciallo. Ho lavorato in alcuni bar finché un giorno decisi di aprire un mio locale, ma prima avevo l’esigenza di dover approfondire il discorso gestione. Decisi allora di andare a lavorare gratuitamente in un bar storico di Viale Regina Margherita e lì ho incontrato una figura molto importante per la mia crescita professionale. Per un anno sono stato a fianco di questa persona che ringrazio ancora per tutti gli insegnamenti acquisiti. Infine il grande giorno, in società con un amico decidemmo di rilevare un bar di appena 20 mq, il Caffe’ Treviso che al tempo faceva un etto di caffè al giorno, se andava bene… Ci siamo dedicati con impegno e passione per ben sei anni e quando l’abbiamo venduto facevamo 4 kg di caffè’ al giorno. Dopo un periodo molto doloroso, che mi ha obbligato a stare fermo per un anno, mi sono di nuovo rimesso in gioco aprendo per conto mio il Coffee HOUR che ho gestito dal 2011 al 2015, periodo durante il quale ho cominciato anche la mia formazione in Aicaf fino a diventare trainer e a decidere di lasciare l’attività per dedicarmi completamente a questa nuova avventura.
Una delle cose che mi ha colpito molto nell’organizzare questa intervista è stata la tua completa disponibilità della quale non posso che ringraziarti
A me piace condividere la passione per questo lavoro e non mi dispiace confrontarmi con persone del settore. Penso che se abbiamo a cuore questo lavoro, allora abbiamo il compito di non tenerlo nascosto e dobbiamo cercare di aprire le porte a chi ci bussa.
Passiamo alle domande tecniche. Come si realizza un perfetto caffè in filtro ? E quali attrezzature consideri migliore per questo tipo di estrazione?
Ci sono diversi sistemi di estrazioni di caffè filtro, prima di tutto io utilizzo solo caffè di qualità, tostato chiaro, 100% arabica per esaltarne profumazioni e aromaticità. La macinatura è un altro passaggio importante per non rischiare di andare in sottoestazione o sovraestrazione. Nel caso del V60 si utilizza un filtro in carta che deve essere preventivamene bagnato con acqua molto calda per evitare impurità. E’ consigliabile comunque fare lo stesso procedimento anche con la tazza e il server di vetro. Il passaggio successivo è l’inserimento del caffè nel V60, a questo punto si comincia a versare l’acqua attraverso un bollitore con beccuccio di precisione. Si fa una prima preinfusione di 30/40 secondi per il doppio dei grammi di caffè, per permettere l’uscita dell’anidride carbonica che si crea con la tostatura. Infine si prosegue il versaggio dell’acqua (92/96°) fino a ottenere la brew ratio (rapporto tra acqua e caffè macinato) stabilita, in questo caso 60 gr/l. Un’estrazione in V60 dovrebbe terminare in circa 2/3 minuti. Il mio consiglio è quello di servire la bevanda un in bicchiere termico preventivamente scaldato.
Di recente, hai organizzato un evento interessante, qui a Roma, in cui hai creato un meraviglioso connubio tra letteratura, caffè e pasticceria. Raccontaci meglio questa iniziativa. Hai in mente di realizzare altri eventi di questo genere?
L’idea è nata da un incontro con la scrittrice Giovanna Nieddu che subito è rimasta entusiasta di questo accostamento tra caffè e letteratura. A questo connubio di per se già molto intrigante, ho voluto coinvolgere anche il mio amico Claudio Fazi ideando insieme un tipo di pasticceria che richiamasse i sentori dei caffè presentati. Devo dire che tutta la preparazione all’evento è stata qualcosa di veramente coinvolgente perché oltre a me e Matteo Di Lorenzo hanno partecipato con entusiasmo Fabio Conti del Bar Conti per la tostatura del caffè, Manuele Tomassi del Caos Caffè per i preziosi consigli e l’azienda Pericaff per la fornitura del caffè. Non ti nascondo che stiamo già organizzando un altro evento molto interessante ed originale, per saperne di più seguici sulla pagina Facebook Aicaf Roma.
Un’ultima domanda prima di salutarci, anzi due. Qual è il migliore, e quale il peggiore, caffè bevuto nella tua vita?
Mah! Fabrizio per quanto riguarda il miglior caffè è difficile rispondere perché tutti ti lasciano qualcosa dentro mentre per il cattivo caffè speriamo nel cambiamento e di non berne più…
Grazie Pietro, è stata davvero un’amichevole intervista. Un saluto da tutto lo staff de Ilcaffespressoitaliano.
Grazie a te Fabrizio e al vostro splendido blog ilcaffespressoitaliano. A presto.
we love coffee