OCCHI COLOR CAFFE’ – 1° puntata

Monday 04th, September 2017 Scritto da

Un romanzo a puntate sul nostro blog? Questa è la strana ma intrigante proposta che ci è stata fatta da uno dei nostri collaboratori, Fabrizio Rinaldi che ha già scritto molti articoli su questo blog curando alcune rubriche importanti come la serie di interviste “We love Coffee” con i protagonisti del caffè e “L’atlante del Caffè” dove ci ha guidati alla scoperta di tutti i paesi produttori di caffe.

Quando alla proposta si è aggiunta anche la possibilità di collaborare ed avere in esclusiva un disegno creato da un’artista come Martina Lupi (l’avevamo intervistata in questo post) non abbiamo potuto che essere entusiasti di questa nuova avventura…

“Occhi color Caffè”, ci racconta Fabrizio, “è’ la storia di uno scrittore che sta in cerca di ispirazione per il suo prossimo romanzo. Vive a Roma. Frequenta a volte un bar anonimo sotto casa. Poi un giorno scopre un altro locale, poco distante. Ed inizia a frequentarlo. Lì conosce una ragazza che scrive per uno dei blog più seguiti sul tema del caffè. Il blog si chiama “Lespressionedelcaffèitaliano” (qualcosa ci suona familiare) In quel posto, conosce anche il proprietario del locale, un ragazzo pieno di entusiasmo e passione verso il suo lavoro, e che soprattutto mette in pratica le sue conoscenze nel mondo del caffè, servendo e raccontando ai suoi clienti singole origini di caffè provenienti da tutto il mondo e proposte. con diversi metodi di estrazione. Lo scrittore, grazie a questa ragazza ed al titolare del locale scoprirà un mondo nuovo, un modo nuovo di vedere il caffè e tutto ciò che lo circonda. Questo diventerà un bagaglio importante della sua esperienza e lo porterà a compiere un viaggio nelle terre del caffè. Al ritorno avrà trovato finalmente l’ispirazione per il suo romanzo. Dove naturalmente il caffè sarà il vero protagonista”

"Lo Sguardo" Caffè e Carboncino su carta by Martina Lupi

“Lo Sguardo” Caffè e Carboncino su carta by Martina Lupi

“ Un caffè schiumato al vetro, per favore “

Lo scrittore posa dieci centesimi di mancia sul bancone del bar e già sbatte due bustine di zucchero che andranno nel suo caffè. Fa caldo in quel bar, sono le dieci di mattina di un’estate infuocata, ma nel locale non c’è aria condizionata. Si toglie gli occhiali da sole e beve il caffè tutto d’un fiato. Il barista prende la mancia, ringrazia e continua a fischiettare la melodia che in quel momento stanno passando per radio, ad un volume come al solito troppo alto. Jackie One, lo scrittore ( il suo nome d’arte, in realtà ) esce dal locale e ritorna spedito verso casa, ha un romanzo da scrivere: una storia importante a cui sta lavorando da diversi mesi, anche se fino a quel momento non è riuscito a scrivere più di due pagine. Gli manca l’ispirazione, dice, forse è questa afa insopportabile, oppure è questa città caotica e sorniona in cui vive, o semplicemente non gli convince più l’idea che stava raccontando, non la sente sua. In bocca però sente ancora un gusto amaro, di qualcosa di bruciato, che neppure quella schiuma di latte e due bustine di zucchero sono riuscite a coprire. Si promette di cambiare bar, per il caffè del dopo pranzo. Anche se è pigro, di una pigrizia davvero insolente, e torna sempre in quel posto di periferia soltanto perché è il più vicino nel tragitto verso casa. E pazienza per quel retrogusto amaro, e per il bicchiere d’acqua tiepida del rubinetto e per il caldo e la musica troppo alta. Lui ha bisogno di caffeina per scrivere, mica per soddisfare il palato.

D’improvviso si ricorda che deve ricaricare la PostePay, per concludere una prenotazione on line. Torna in quel tugurio, dove vendono anche sigarette, gratta e vinci e si fanno anche le ricariche. Negli ultimi tempi ha scoperto che lì si possono pagare persino le multe. Ritorna nel locale, ma la signora alla cassa, masticando una gomma, gli dice che quel giorno non c’è connessione. Lui sbuffa e se ne va. Sa che esiste un ufficio postale a 500 metri da casa sua, quindi prende e si incammina.

Non sa che quel capriccio dell’etere e quella connessione saltata, proprio adesso, saranno responsabili di un nuovo corso della sua vita. Non sa che quella strada che ora sta attraversando, con il telefono in mano per rispondere al messaggio di un amico, sarà nei giorni a venire il più bel percorso del mondo.

Martina Lupi

Se ne accorge così: alza gli occhi verso il semaforo pedonale, in attesa che diventi verde, e vede l’insegna di un locale ad angolo, dall’altro lato della strada. Gli colpisce il nome, Coffee&Friends, e le vetrate, ampie e trasparenti, che inondano di luce l’interno del locale. Jackie guarda l’orologio, ha ancora un sacco di tempo, in realtà ha tutto il tempo che vuole, entra dentro per curiosità e si guarda intorno. C’è gente seduta ai tavolini, che conversa amichevolmente, sorseggiando caffè da enormi tazze.

“ Saranno americani “ pensa lo scrittore. Poi vedi su ogni tavolo strane brocche piene di liquido nero, servite come se fossero bottiglie di vino. C’è un cameriere, dall’aria intelligente, che spiega ad un paio di turisti americani qualcosa sulle montagne del Nepal di cui a lui sfugge il significato. Si accorge però che i tipi seduti ai tavolini parlano in italiano e non sembrano affatto turisti. Si sente lui, in quel momento, la persona fuori luogo. Passa davanti ad uno scaffale pieno di strane attrezzature, tutte in vetro, od in ceramica, dai nomi in inglese. L’unica cosa che riconosce è un macinino per il caffè, ad uso domestico, che tuttavia  ha un nome ed una forma insolita, come tutto il resto. Si avvicina al bancone del bar e chiede un caffè schiumato al vetro. Il barista lo guarda e non risponde. C’è una ragazza seduta su uno sgabello, proprio davanti a lui, con degli occhi castano scuri che sembrano ipnotizzarlo. Lei anche lo guarda, sorride, ma naturalmente non risponde.

Jackie One, inevitabilmente irritato, si toglie i Ray Ban e guarda il barista e la ragazza.

“ Per fortuna che vi chiamate amici del caffè … “

“ Veramente, ci chiamiamo Coffee&Friends. E visto che voglio essere tuo amico, ti consiglio di assaggiare un caffè davvero speciale. Ti fidi ? “

La ragazze segue la scena e sorride.

Lui non può fare a meno di guardarla a sua volta ed accetta l’invito a bere quel caffè così speciale di cui parla il barista, giusto per passare più tempo ad osservare quell’incanto della natura.

“ E’ un Nepal, Monte Everest “ dice il barista.

Lo scrittore adesso guarda entrambi con aria stupita. Poi sente rumore di macine che frantumano chicchi di caffè. E avverte uno strano aroma nell’aria. E’ qualcosa di pungente. O di dolciastro, che non riesce bene a definire.

Questione di secondi, di minuti, questione di gesti che il barista compie in modo preciso ed efficiente. Intuisce che ha scaldato dell’acqua in un elegante bollitore, fornito di un beccuccio allungato a forma si S, e macinato una modesta quantità di caffè. Poi ha versato l’acqua su un particolare recipiente in ceramica, ricoperto da un filtro di carta, su cui ha adagiato la polvere di caffè. Quindi si è fermato, ha aspettato, studiando le improvvise bollicine che si creavano sulla superficie del filtro, ed infine è tornato a versare l’acqua, con un movimento circolatorio.

Circa tre minuti dopo, il barista gli serve una brocca in vetro piena di caffè, insieme ad una grande tazza.

Fabrizio Rinaldi

Il fatto anomalo è che questo caffè ha il colore e la consistenza del vino rosso. Ma alla fine lo scrittore chiude gli occhi e assaggia.

In quegli istanti il barista vorrebbe seguire la scena, ma è impegnato con altri clienti che sono entrati nel locale. La segue invece, con attenzione, quella ragazza dagli occhi splendidi, in cui pare riflesso lo stesso caffè che adesso lo scrittore sta bevendo.

Un gusto nuovo. E’ il primo pensiero che gli attraversa la mente. Un modo di bere il caffè che non aveva mai sperimentato. E per uno scrittore, vivere un’esperienza diversa è sempre un momento di piacere, egoistico naturalmente, perché in fin dei conti quel bisogno di sperimentare è solo una scusa per avere qualcosa di nuovo da raccontare nei suoi libri. Sta pensando a questo, mentre avverte una percettibile acidità e delle note fruttate e cioccolatose. O forse sono dolci. Ed infatti non c’è amarezza in quel caffè, e quel sentore di cacao si avvicina di più al gusto del cioccolato al latte. Scopre con entusiasmo che riesce a dare un senso ed un nome a quello che sta bevendo. E per la prima volta nella sua vita, bere un caffè diventa un’emozione.

Poi l’incanto si spezza e quella nuvola d’oro, composta di bella gente, bei posti e buoni gusti, si dissolve d’un tratto nell’aria. Risponde al telefono, è il suo editore, con una voce che non promette nulla di buono. Gli ricorda, senza troppi giri di parole, che è in ritardo con la consegna del nuovo romanzo, che non si fa sentire con lui da diversi mesi, ma che intanto si diverte a postare su Facebook foto in cui sta sdraiato sul divano di casa, a riflettere sul senso della vita. Jackie One, a malincuore, lascia un euro sul bancone del bar, convinto che sia quello il prezzo massimo del suo caffè, ed esce dal locale, senza salutare nessuno.

La ragazza, come sempre, ha seguito tutta la scena, stavolta con aria perplessa. E prima di tornare a bere il suo caffè in filtro, aggiunge sul bancone la rimanenza del conto. E pensa che quello strano tipo adesso ha un debito con lei. La prossima volta che lo incontra, come minimo, lui dovrà offrirli un caffè.

Un raggio di sole passa attraverso il locale e colora di fuoco gli occhi della ragazza.

E’ l’ultima immagine di questa puntata…..

Se preferite scaricare la storia in formato PDF la trovate QUI! Occhi color caffè 1° puntata

“Lo Sguardo” Caffè e Carboncino su carta by Martina Lupi

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